Piccolo trattato di tecnica pittorica
corrode la punta; si tengano chiusi in una scatola o in un cassetto con un po’ di tabacco forte per allontanare gl’invisibili insetti che consumano i
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La vernice che sinora mi ha dato i migliori risultati è la vernice Damar allungata con un po’ di essenza di trementina rettificata. Anche la vernice
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resina si è ben disciolta nell’essenza, si filtra per mezzo di un piccolo imbuto di vetro in fondo al quale si sarà messa un po’ d’ovatta ben rada
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(senza sfregare); si riscaldi un po’ il dipinto poi in una tazza si sbatta un chiaro d’uovo finché schiumi e ci si aggiunga un cucchiaino da caffè d
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molto diluito come l’acquarello. Quindi anche per dipingere un quadro a tempera magra è indispensabile un po’ d’olio di lino. La tempera a colla è la
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, lavarle bene con un po’ d’aceto per distruggere i germi di putrefazione che potrebbero trovarcisi. Durante i calori estivi, per evitare che i colori si
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abbastanza elastica può aggiungere un po’ di glicerina; se il colore non scivola bene può, anziché un cucchiaino di trementina, versarne uno d’olio di lino o d
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L’inconveniente della tempera di ciliegio è che dà una materia un po’ fragile; con tale tempera è meglio non dipingere su tela tirata sopra il telaio
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risultano assai intensi con un che di caldo e di romantico nel tono. Ha il difetto di scurire un po’ specie se l’olio di lino non è molto depurato e di prima
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forte tutto il dipinto finché esso cominci a lustrare. Si ottiene così una materia bellissima e preziosa il cui aspetto ricorda un po’ l’avorio
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tono chiarissimo con bianco di zinco, un po’ di nero di vite, ocra gialla e terra d’ombra bruciata; si impastano bene questi colori diluendoli con
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freddo con bianco, nero di vigna e un po’ di terra d’ombra o di terra di Siena bruciata. Sopra quest’impasto e dopo che sarà bene asciutto, si
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e lasciando come sfondo la preparazione grigia della tela che finito il lavoro si rischiarerà leggermente in alto sfregandovi un po’ di bianco. Gli
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asciutto con un pennello tondo e piuttosto duro intinto in un po’ di bianco non diluito; bisogna in tal caso sfregare tenendo il pennello perpendicolare
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spiacevole e la materia perde ogni vibrazione; bisogna sempre aggiungere a questi colori un po’ di bianco. Quando si vela (non quando si sfrega) è bene
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sempliciotti che oggi quasi tutti usano, si può con una volgare tela a olio comperata dal mercante, con un po’ di trementina e un po’ d’olio di papavero, fare
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modo che i crini del pennello formino assieme al manico un angolo retto; sollevandolo poi i crini si richiudono un po’ rimanendo però sempre
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il tratto, o allora andare sull’asciutto con un pennello asciutto e duro col quale si prenderà un po’ di colore così com’è uscito dal tubetto; meglio
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fatto con terra di Siena e terra d’ombra bruciata, terra di Cassel e un po’ di bianco.
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